Il food waste, come evitarlo?

Cosa è lo spreco alimentare?

Per spreco alimentare si intende “l’insieme dei prodotti scartati dalla catena agroalimentare, che – per ragioni economiche, estetiche o per la prossimità della scadenza di consumo, seppure ancora commestibili e quindi potenzialmente destinati al consumo umano – sono destinati ad essere eliminati o smaltiti”.

Quanto spreco c’è a livello mondiale?

Uno studio del settembre 2018 condotto dalla Food and Agriculture Organization (FAO) mostra che circa un terzo di tutti i prodotti alimentari a livello mondiale vengono perduti o sprecati ogni anno lungo l’intera catena di approvvigionamento. Si tratta di 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti, per un valore di 2.600 miliardi di dollari. I paesi industrializzati sprecano 222 milioni di tonnellate di cibo: l’Unione Europea ne conta 90 milioni, mentre in Italia lo spreco domestico vale oltre 15 miliardi di euro all’anno (Rapporto Waste Watcher 2019).

Quali sono le cause del food waste?

Alcuni trend di carattere globale hanno influito sui volumi di perdite e sprechi alimentari, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. In particolare, l’urbanizzazione ha determinato l’allungamento della filiera agroalimentare, creando la necessità di trasportare cibo per grandi distanze e l’esigenza di migliorare le infrastrutture di trasporto, immagazzinamento e vendita per evitare le perdite. Inoltre, il tendenziale aumento del reddito disponibile ha comportato una variazione della composizione della dieta alimentare, comportando un maggior consumo di carne e pesce in luogo di frutta e verdura. Anche la crescente globalizzazione del commercio e la diffusione della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) ha influito sul quantitativo di sprechi generati.

Gli sprechi si realizzano in tutta la filiera (coltivazione e raccolto, trasformazione agricola e industriale, distribuzione e vendita).

Quanto è importante l’etichettatura?

Comprendere l’etichettatura degli alimenti è fondamentale per poter fare scelte più sane e consapevoli così come per sprecare meno.

Sulle etichette devono necessariamente comparire alcune indicazioni obbligatorie, quali: la denominazione dell’alimento, l’elenco degli ingredienti, la durabilità del prodotto, le condizioni di conservazione ed uso, la dichiarazione nutrizionale.

La lista degli ingredienti permette di conoscere da cosa è composto l’alimento in ordine decrescente di peso. Nella dichiarazione nutrizionale, invece, si trovano le informazioni relative al contenuto calorico e nutritivo dell’alimento.

L’indicazione del paese di origine e del luogo di provenienza è obbligatoria solo per alcuni prodotti (in primis carni bovine, pesce, frutta e verdura, miele, olio extra vergine d’oliva). Attenzione a non confondere un riferimento geografico nel marchio o il luogo dove è presente lo stabilimento di produzione con il luogo d’origine degli ingredienti.

È possibile nella vita di tutti i giorni assumere dei comportamenti volti ad una progressiva riduzione ed eliminazione degli sprechi alimentari?

Maturare la consapevolezza sul valore del cibo, sull’ambiente e sui problemi generati e collegati allo spreco alimentare è probabilmente il primo passo. Il cibo non è una merce come le altre, né è un semplice mezzo di assunzione di calorie. L’alimentazione è un elemento identitario capace non solo di nutrire ed eventualmente di ammalare le persone ma anche di veicolare emozioni e creare legami. L’impatto della produzione alimentare può essere ridotto scegliendo di consumare cibi che richiedono poche trasformazioni industriali, prossimi al luogo dove vengono prodotti e coltivati nel rispetto dei diritti umani e della biodiversità. Scegliere di fare la spesa negli spacci delle aziende agricole o nei mercati, acquistando prodotti di stagione e a km 0, consente di ridurre gli sprechi e gli impatti sull’ambiente.

Qualche regola anti spreco?

1. Compra solo ciò di cui hai bisogno: prepara un elenco di ciò che serve e acquista nelle quantità giuste ciò che prevedi di consumare;

2. Riduci l’acquisto di alimenti ultra processati, acquistare frutta e verdura di stagione e prediligi il km 0;

3. Acquista meno e più spesso;

4. Leggi bene l’etichetta, distinguendo la dicitura “da consumare preferibilmente entro” da “scade, da consumare entro”;

5. Controlla che il frigorifero sia regolato correttamente. La temperatura del frigo va impostata a 4 gradi in maniera che possa mantenere freschi i diversi alimenti. Inoltre la temperatura varia leggermente da ripiano a ripiano, quindi i cibi vanno riposti nei piani adatti. Gli alimenti che richiedono temperature più basse (frutta e verdura) vanno riposti nello scaffale più basso;

6. Congela gli alimenti freschi quando non possono essere consumati in breve tempo, possibilmente dividili per porzioni;

7. Metti in vista i prodotti prossimi alla scadenza, in frigorifero così come in dispensa;

8. Cucina quanto basta ed eventualmente riutilizzare gli avanzi. Le ricette che è possibile realizzare con gli avanzi sono moltissime!

9. Chiedi la save bag nei ristoranti per portare a casa gli avanzi;

10. Condividi e dona il cibo.

Cosa significa ridurre il food waste?

Ridurre gli sprechi alimentari ha un potenziale enorme per consumare meno risorse nella produzione di alimenti. Ridurre le perdite e gli sprechi alimentari, nella logica degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) in Agenda ONU 2030, significa:

recuperare cibi da distribuire ai bisognosi attraverso le food bank, come il Banco Alimentare;

contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico;

risparmiare denaro e risorse in tutta la filiera: agricoltori, imprese di trasformazione e distribuzione/somministrazione, consumatori.

Ciascuno ha un ruolo e una responsabilità, ma anche un vantaggio nel ridurre lo spreco.

a cura di

Ultimo aggiornamento: maggio 2021